Linfedema secondario
IL LINFEDEMA SECONDARIO AL BRACCIO: QUANDO ANCHE LA MANO AUMENTA DI VOLUME
Spesse volte, nel linfedema del braccio, anche la mano rimane gonfia.
Linfedema della mano e del braccio
In questi casi i bracciali di pressoterapia standard pur trattando bene la parte braccio non riescono a drenare bene la linfa sulla mano in quanto comprimendo circolarmente la stessa tendono a incurvarla e non “spalmano” bene la pressione sul dorso e sul palmo.Farmapress è l’unico costruttore che ha progettato e realizzato il bracciale con la mano separata la cui funzione è quella di mantenere, con un fermo interno, piatta la mano stessa in modo da poter poi esercitare bene la pressione sul dorso e sul palmo così come sulla rimanente parte del braccio e drenare completamente la linfa dall’intero arto.
Bracciale con mano separata
Questo terminale è disponibile nella versione ad 8 settori per i sistemi domiciliari e professionali, e nella versione a 10 settori per i sistemi professionali.LINFEMA DELL’ARTO SUPERIORE
E’ il cosiddetto “grosso braccio dopo mastectomia”. Con l’asportazione dei linfonodi ascellari, e/o il trattamento radioterapico, la linfa dell’arto superiore e della mammella non viene drenata come prima. Inizialmente il sistema linfatico cerca di sopperire a queste difficoltà, ma, dopo un po’ di tempo, non è più in grado di farlo. A questo punto il liquido rimane accumulato nel tessuto e si nota il gonfiore.
Non sempre questa problematica si verifica immediatamente dopo l’operazione e igli eventuali trattamenti successivi, ma può rimanere silente anche per anni. Un piccolo incidente come una puntura di insetto o di spina un possibile trauma possono scatenare il problema.
Questa situazione può essere, inoltre, influenzata da diversi fattori: scarso movimento, non osservazione delle prescrizioni consigliate, predisposizione personale, etc..
Per aiutare il liquido a drenare è utile assumere regolarmente le POSIZIONI DI DRENAGGIO , in modo che la forza di gravità ne favorisca lo scorrimento verso il collo:
A letto: appoggiare il braccio su un cuscino piegato, sistemato al lato del corpo, in modo che l’arto risulti in posizione declive rispetto al tronco
Da seduta appoggia sempre il braccio o sul tavolo o sul bracciolo della poltrona, in modo che la mano sia più in alto della spalla: questa è senz’altro la posizione migliore;
Un altro aiuto è dato dalla POMPA MUSCOLARE, cioè dal movimento dei muscoli (contrazione-rilasciamento) che spinge il liquido verso l’alto. È dunque importante eseguire tutti i giorni gli esercizi.
La scarsa mobilità dell’arto, oltre a comportare contratture muscolari, comporta pure stasi linfatica data l’interruzione per una arco di circa 180° di capillari, vasi collettori, tronchi linfatici e nervosi e linfonodi del sottocutaneo e della fascia profonda, sequela tipica della linfoadenectomia ascellare.
Il trattamento più utilizzato è quello fisico in quanto, poiché una volta sviluppatosi il linfedema, esso diventa una patologia cronica, necessita di trattamenti continui per poter migliorare la qualità di vita
Il trattamento fisico integrato comprende:
- pressoterapia
- linfodrenaggio manuale
- bendaggio
- adeguata ginnastica
Questi trattamenti non sono alternativi ma si integrano l’uno con l’altro per poter arrivare ad una sinergia migliorativa delle condizione del braccio.
La presso terapia svolge un ruolo importantissimo in quanto eseguibile con apparecchi domiciliari: può essere fatta perciò tutti i giorni comodamente in casa dal paziente.
La continuità dei trattamenti è la chiave per combattere adeguatamente una patologia cronica come il linfedema.
Le pressioni, così come la durata di ciascun trattamento, devono essere consigliate dal medico o dal centro che segue il paziente in base allo stadio del linfedema.